Palazzo Morichelli d’Altemps è senza dubbio l'edificio privato più imponente di San Ginesio e uno dei palazzi storici tra i più belli delle Marche; visibile da tre punti cardinali, con la sua presenza caratterizza l'abitato. La struttura attuale è dovuta alla visione programmatica progressista del Sindaco di San Ginesio, Conte Aristide Morichelli d'Altemps, che, a partire dal 1860 , diede impulso alla realizzazione di numerosi interventi urbanistici, di notevole visibilità ed impegno economico, che interessarono sia aree ed edifici pubblici sia edifici privati.
L'intervento di rettifica, ad opera dell'Ing. Tambroni, dell'ultimo tratto dell'antica "strada grande" , che |
prevedeva l'arretramento di vari edifici al fine di ottenere una via di accesso più ampia e rettilinea alla piazza Alberico Gentili, unitamente all'accorpamento e alla ristrutturazione di 3 unità immobiliari adiacenti hanno determinato l'aspetto attuale del Palazzo. Il Conte Aristide Morichelli d'Altemps ed il fratello Emerico, già affittuari del Conte Raffaello Bruti, acquistarono nel 1852 i mobili del Palazzo per 230 scudi e nel 1874 l'unità immobiliare posta a meridione per la somma di £ 7.000. Nel 1878 il Conte Aristide Morichelli d'Altemps acquista una "bottega" posta al piano terra e nel 1881 l'unità immobiliare posta a settentrione. |
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Il progetto di ristrutturazione è opera dell'Ing. Tambroni che effettua l'accorpamento delle tre unità immobiliari e allinea la facciata occidentale con il nuovo tracciato del Corso Scipione Gentili avendo cura di preservare alcune parti preesistenti quali i saloni situati nella parte meridionale ricchi di decorazioni e raffigurazioni pittoriche, la cucina caratterizzata dal grande camino, la scala a chiocciola "segreta" costituita da elementi monolitici in pietra autoportanti, posta nel vano di una torre cinquecentesca, nel tempo inglobata nel resto dell'edificio e lo scalone principale, sobrio se non austero realizzato con gradini in pietra lavorata a mano delle cave picene. La facciata comprende il portale d'ingresso e tre ordini di finestre in laterizio: semplici e squadrate quelle del piano terra; ricercate quelle del piano nobile; meno elaborate quelle dell'ultimo piano. |
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La presenza di pendenti "neo-egizi" sottostanti le trabeazioni delle finestre del piano nobile evidenziano l'interesse per lo stile egiziaco come confermato dalla presenza di divinità, sfingi e motivi egizi nelle decorazioni di alcuni soffitti. Quasi tutti i soffitti degli ambienti del primo e del secondo piano presentano decorazioni pittoriche su volte in canna e gesso e soffitti su ordito ligneo dovute a diversi pittori e decoratori, forse anche al senigalliese Enrico Andreani e a Pietro Giovannetti, che, a partire dal 1875, lavorarono nello splendido teatro comunale ed in altri palazzi privati di San Ginesio. Le immagini, sia policrome sia monocromatiche, sono di argomento piuttosto vario ; troviamo figure |
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classicheggianti come Bacco e Arianna o come la musa Erato, altre in stile egiziaco, come Ermete Trismegisto, oltre a decorazioni geometriche e floreali. Palazzo Morichelli d'Altemps è stato centro di riferimento, nella seconda metà dell'Ottocento, grazie ai componenti della sua famiglia, di un fermento politico e culturale che ha caratterizzato il Risorgimento italiano: Ilarione Morichelli d'Altemps e suo figlio Aristide Morichelli d'Altemps ricoprirono infatti importanti cariche, il primo nel Comitato provvisorio di Governo durante la rivoluzione del 1831, il secondo nell'amministrazione pontificia e in quella sabauda locale e provinciale e fu uno dei tredici membri del Comitato annessionista della Provincia di Macerata che firmarono il manifesto di chiamata al plebiscito di annessione. Il Palazzo divenne quindi un punto di riferimento e di incontro per personalità politiche sia locali che nazionali e intellettuali di grande rilevanza come testimoniano i rapporti epistolari e le frequentazioni con Massimo d'Azeglio, Aghemo di Perno capo di Gabinetto del re Vittorio Emanuele II , Alexandre Dumas e le famiglie dell'aristocrazia marchigiana tra cui quella della famiglia Leopardi di Recanati. Nella seconda metà del 900 il Palazzo ha conosciuto un periodo di decadenza legato a diversi fattori come la crisi del latifondo, l'abbandono delle campagne a favore dello sviluppo industriale e dei piccoli centri urbani a favore delle città. Inoltre l'assenza dei componenti della famiglia e la conseguente mancata manutenzione della struttura, aggravata dal susseguirsi di terremoti, ha contribuito al decadimento anche strutturale del Palazzo. In tempi recenti, il ritrovato interesse della famiglia Morichelli d'Altemps per i luoghi della propria origine e per il Palazzo ha dato impulso ai lavori di restauro e risanamento conservativo al fine di riportare la struttura agli antichi splendori. Attualmente il Palazzo, dichiarato sotto vincolo della Sovrintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici delle Marche con decreto del Ministero dei Beni Culturali, finemente restaurato è oggetto di un ritrovato interesse da parte della comunità ginesina e marchigiana, come dimostrano gli eventi organizzati dal FAI, dal Centro Studi Gentiliani e da altre associazioni culturali locali e provinciali. |